TeAm l'assemblea dei soci slitta a dopo il 16 aprile. Dipendenti sotto alla sede, il sindaco li rassicura FOTO

TERAMO – Il segno dei tempi duri alla Teramo Ambiente è tutto nella presenza di un drappello di dipendenti sotto alla sede di via Delfico, mentre tre piani sopra si apre e nello stesso momento si chiude, una tanto attesa assemblea dei soci. L’ultima volta che si videro in strada era il giugno 2015 quando forte era il timore che quasi una cinquantina di dipendenti finissero fuori dal lavoro. Oggi la situazione è diversa ma il rischio il personale lo teme: con un bilancio da approvare che soffre, la procedura competitiva aperta per individuare un nuovo socio e la spada di Damocle di tempi più lunghi qualora fosse accolta la richiesta di concordato fallimentare, dentro alla partecipata non si dormono sonni tranquilli.
E’ stato il sindaco Gianguido D’Alberto, uscendo dall’assemblea saltata per impedimento a partecipare del curatore fallimentare Marco Basaglia, a tranquillizzare i lavoratori accorsi. “C’è una situazione che rende difficile individuare un percorso sereno – ha detto il primo cittadino -. E’ giusto però che tutte le decisioni vengano assunte a chi ci sarà dopo il 16 aprile (data in cui scadono termini per le offerte sulle quote del socio privato, ndr), ma fino a quel punto non va toccato nulla”. Per D’Alberto, “tutti quanti dobbiamo metterci una parte del nostro, non pensare solo a noi stessi ma al futuro del servizio. Però anche altri devono capire che la priorità è il bene dell’azienda.  
Mancano dieci giorni, abbiamo aspettato tanto…”. Un ‘congelamento’ della situazione, anche sotto il profilo della definizione dei debiti e dei crediti, vero pomo della discordia, viene indicata come la strada migliore verso un ritorno alla ‘normalità’. Ma a questo invito sfugge quello che pone partecipata e socio di maggioranza relativa su due sponde contrapposte: l’arbitrato. La governance lo porterà avanti e, anzi, sembra destinato a inglobare anche nuovi aspetti, come ad esempio i recenti tagli al consuntivo 2018 e al Pef 2019, passati in consiglio comunale.
E’ innegabile che questo percorso extra giudiziale condiziona gli atteggiamenti delle parti. E’ vero che il sindaco è tornato a raccomandare di abbassare i toni ma anche ieri, dalle stanze della Teramo Ambiente, il ‘volume’ della discussione è stato decisamente molto alto. Ogni situazione è buona per accendere la conflittualità. Adesso oltre all’ufficio ambiente del Comune, anche il collegio dei revisori dei conti avrebbe concentrato la sua attenzione sulle consulenze legali e sui relativi contratti, ma più in generale su tutta la documentazione che riguarda la verifica (legittima) in previsione della stesura del bilancio. Ecco allora che anche l’assenza per ferie del dirigente amministrativo della TeAm diventa motivo di attrito, nonostante la presenza di almeno due impiegati del settore a disposizione dei verificatori. Mentre a Venezia si decide il futuro della partecipata teramana, quaggiù, tra via Delfico e via Carducci è battaglia a suon di ‘pec’ con richieste di montagne di documenti.